In realtà Gumbluk e lo zio Hor divennero ricchi non grazie al
commercio di ceramiche, quanto piuttosto ai diritti che furono loro
dovuti per le memorie graffite nella "grotta di Gumbluk" che i posteri
riportarono alla luce prima della scoperta che poi fu di Spinklmann e
del suo cane Zarex, ossia la "grotta del Sacro Graffito" .
Qui sotto i due ultimi pronipoti di Bluk e Hor, ritrovati dopo severe
indagini grazie agli ultimi progressi sulla conoscenza del DNA. Sono
rientrati di diritto in possesso del copyright mesolitico, ed eccoli
infatti immortalati da un reporter mentre dilapidano immediatamente
i proventi andandosela a spassare col rafting sul fiume Noce insieme
a tutta la famiglia...
Richieste risarcimenti e/o lamentele per il tempo perduto a: livio.blocco@libero.it
oppure attendere il resto per farlo... ossia i "racconti del giustiziere", le poesie, le poesiacce
e i link amici.
"Gumbluk si pone per importanza ormai ai vertici delle leggende tramandateci dagli albori umani. E' la sua storia la più antica, la più vera. L'epopea di Gilgamesh, chiaro calco adornato da patetici tentativi coreografici, scompare al cospetto di quello che Spinklmann chiamò giustamente «il padre dell'uomo nuovo», colui che salvò il sapiens sapiens da una inesorabile fine, o forse da un mancato inizio, donando generosamente il seme della bontà della genia neandertaliana alle donne sapiens dell'epoca"
(La voce della fratta 14 aprile 1965)
"Rispondiamo ai lettori: potete trovare la traduzione dei graffiti di Gumbluk su www.livioblocco.com, sito dei pronipoti dell'eroe che purtroppo ora ne detengono i diritti di copyright relativi e sfruttano la faccenda per vendere gadget e altra robaccia del genere, incanalando per di più alcuni incauti a leggere poesie ammorbanti e pseudo racconti umoristici o tragici (non si capisce) come quelli detti del Giustiziere della Notte.
(La voce della fratta 13 maggio 1966)