X cap. –  La battaglia delle capre

 

    Mattino. Il limitare del bosco che proteggeva il villaggio venne occupato strategicamente dai pigmei che, nascosti sugli alberi o dai cespugli del sottobosco, non perdevano di vista i nemici accampati da due giorni nella prateria lì di fronte.

    Gummhor era indeciso. Era forte in lui infatti la tentazione di trattare gli invasori crockti come se questi fossero un semplice branco di uri intenti a pascolare. "Li accerchiamo, e buonanotte" pensava.

Accanto a lui, Giraffo Schiacciato osservava anch'esso l'accampamento.

 

    - Io lo so, perché stanno lì... perché non si muovono - fece Giraffo sottovoce, senza distogliere lo sguardo dalle tende crockte - se credono che ci muoviamo noi, che li accerchiamo, che li attacchiamo... stanno freschi. Chi può essere così cretino da pensare una cosa simile? -

 

    Gummhor abbassò torvo il suo sguardo su Giraffo, che continuò:

 

     - Ogni volta che hanno provato ad attaccarci entrando nel bosco, li abbiamo bastonati ben bene. Ecco perché stanno lì! cercano di portarci sul loro terreno... ma stanno freschi! chi può essere così cretino da pensare AHI!! -

 

    - Ssshh, zitto!! - lo apostrofò Gumbluk, nascosto anche lui lì vicino - sei impazzito!? -

    - Ma non è stata colpa mia - si schermì Giraffo con una voce flebile quanto lamentosa - tuo zio mi ha pestato un piede... -

 

    Passarono una decina di minuti in silenzio assoluto. Improvvisamente il generale Gummhor sentenziò, sempre a bassa voce:

 

    - "Ovviamente" non possiamo attaccare i crockti lì dove essi sono. Questo sarebbe infatti proprio quello che essi vogliono. Ma chi può essere mai così cretino da cadere nel loro tranello? io no di certo. Perciò ho deciso: faremo solo "finta" di attaccarli, per poi attirarli invece nella foresta -.

 

    - Ma... non credo che cadranno in una trappola del genere - obiettò Pascio - ormai hanno sicuramente capito che a loro non conviene... -

    - Uhmm... non hai tutti i torti - ammise Gummhor - però, allora... sai che ti dico? Tu credi di conoscere bene i Crockti, ma io conosco molto bene chi li comanda, e so cosa vuole. Ora dimmi: le tue capre ti obbediscono!? -

    - Non capisco... -

    - Capirai dopo, ora rispondimi! -

    - Bè. che ti posso dire... quando si allontanano per pascolare, mi basta fischiare tre volte, e loro tornano subito da me -.

    - Correndo? -

    - Sì, correndo, ma... -

    - Allora, caro il mio Pascio, tutto quello che ci occorre sono le tue capre, un po' di corda, e alcune assi di legno. Perciò corri, vai al villaggio e portami quello che ti ho chiesto!! -

 

    Pascio andò, Pascio tornò, e le sue quattro capre furono legate assieme.

E Gumbluk guardava, guardava e diceva: - Perché legate quelle capre, a che servono? e perché le legate così, invece che una dietro l'altra!? -

    - Perché devono essere libere di correre - rispose laconicamente lo zio Hor.

    - Ah! -

 

    E sopra le capre furono assicurate due assi di legno.

E Gumbluk guardava, guardava e diceva: - A che servono quelle assi di legno? che volete fare, volete mandare un'offerta ai Crockti? E che gli mandate? la frutta? le uova? Mi sembra una cretinata -.

 

    E  sopra le due assi di legno fu posto, disteso e legato, il povero Gumbluk, che gridava come un ossesso e lanciava le  maledizioni  più fantasiose verso il  suo  parente  Gummhor,  mentre le capre si incamminavano, lentissimamente, verso l'accampamento crockto...

 

    Le grida disperate di Gumbluk arrivavano sempre più chiare all'accampamento nemico, via via che il quartetto di capre si andava avvicinando.

I Crockti si ammucchiarono tutti verso il punto del campo dove sembravano voler giungere gli animali, con il loro strano carico strepitante.

Finché Gummhor poté vedere affacciarsi fra quegli uomini anche lei, Zeula.

 

    - Eccola lì! - fece Gummhor, digrignando i denti dalla rabbia - non poteva essere altri che lei... TENETEVI PRONTI!!! tutti sugli alberi!! - gridò a gran voce - tu no, Pascio! rimani qui con me! - 

 

    Quando Zeula riconobbe l'essere trasportato dalle capre, cominciò ad andargli incontro, prima con circospezione, poi sempre più velocemente, estraendo infine anche una lama di ossidiana dalla sua cintura.

 

    A questo punto Gummhor ordinò: - ORA! Pascio! ferma le capre!! -

 

    Pascio emise immediatamente un lungo fischio, più due brevi, e le capre bloccarono immediatamente la loro avanzata. Ciò indusse Zeula, ormai accecata dal sentire finalmente la preda ambita nelle proprie mani, ad aumentare la propria corsa, urlando selvaggiamente, e seguita a ruota dai guerrieri crockti.

 

    Gumbluk svenne per il terrore, ponendo termine alla propria agonia, mentre Gummhor ordinava intanto a Pascio di richiamare le capre. Tre fischi brevi. Le capre fecero un immediato dietro-front e si misero a correre, belando, in direzione del villaggio dei pigmei.

 

Intanto anche Gummhor e Pascio salivano al sicuro sull' albero più vicino.

    Zeula non comprese il tranello, e cominciò ad inseguire le capre, finché arrivò ai margini della foresta. Qui si bloccò, accorgendosi dell'errore commesso; ma era ormai troppo tardi. Si voltò, con gli occhi strabuzzati e con l'intenzione di ordinare una ritirata ai suoi uomini, ma la torma di Crockti che era dietro di lei le passò letteralmente sopra, calpestandola, e inoltrandosi fatalmente nella boscaglia.

 

    Rimasto esanime sul terreno, il corpo della donna venne subito legato opportunamente da alcuni guerrieri pigmei.

Nel mentre i Crockti le prendevano di santa ragione per l'ennesima volta, sgomenti e tramortiti dai proiettili che giungevano su di essi dagli alberi che li sovrastavano. Lì si erano sistemati infatti i guerrieri pigmei che poi cominciarono a lanciarsi essi stessi dai vari rami, per finire di bastonare il nemico ormai disorganizzato, impaurito e in rotta disastrosa.

 

 

 

 

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